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Roma, Camera dei deputati, 29 settembre 2005
MODIFICHE ALLE NORME PER L’ELEZIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

Intervento di Marco Boato in discussione generale
Stenografico Aula in corso di seduta del 29 settembre 2005

MARCO BOATO. (Per richiami al regolamento). Signor Presidente, sarò più breve perché condivido pienamente l'intervento svolto dall'onorevole Boccia, sia sotto il profilo regolamentare che sotto quello costituzionale. Infatti, tutto questo attiene all'articolo 72 della Costituzione. Ho fatto oggetto della mia contestazione anche l'intervento che, a nome dell'intera opposizione, ho svolto ieri in sede referente, per annunciare i motivi in base ai quali l'opposizione si rifiutava di partecipare al voto che ha conferito il mandato al relatore e portato in aula una legge inevitabilmente priva di relazione, visti i tempi. Siamo di fronte ad un testo che non ha neppure la relazione e si sta stravolgendo completamente il sistema elettorale. Tuttavia, mi associo a tutte le considerazioni svolte dall'onorevole Boccia e, per correttezza nei suoi confronti e verso i colleghi, signor Presidente, non starò a ripeterle.

Vorrei soltanto aggiungere un'altra considerazione dal punto di vista regolamentare. Il contingentamento dei tempi per la discussione sulle linee generali su questa materia era stato stabilito in relazione all'ambito dei problemi che a suo tempo aveva di fronte la Commissione quando si parlava del «testo Bruno» - che adesso ha rinnegato, ma tuttavia era il suo - che riguardava lo scorporo di coalizione, i simboli e la raccolta delle firme. Quindi, si trattava di alcuni aspetti importanti, ma limitati, di correzione tecnica dell'attuale sistema elettorale.

Ciò è tanto vero, signor Presidente, che sono state giustamente sottoposte all'Assemblea solo le proposte di legge relative a tali aspetti e l'ordine del giorno della seduta odierna reca, su nostra richiesta, in calce all'elenco delle proposte di legge, la seguente precisazione: «I deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e delle componenti SDI-Unità socialista e Popolari-UDEUR del gruppo Misto hanno ritirato la loro sottoscrizione dalla proposta di legge. Il deputato Soda ha ritirato la sua sottoscrizione dalla proposta di legge».

Sono stati sottoposti all'esame dell'Assemblea testi riguardanti lo scorporo di coalizione, l'abolizione dello scorporo e i simboli, nell'ambito dell'attuale sistema elettorale, tanto è vero che all'ultimo momento, quando è stato compiuto questo colpo di mano, i deputati che ho citato non hanno accettato di vedere il loro nome stampato accanto al titolo di una proposta di legge che invece stravolge totalmente il sistema elettorale.

Oltre a ricordare ciò, perché è bene che ne resti traccia non soltanto sull'ordine del giorno della seduta odierna ma anche nel dibattito parlamentare, le chiedo, signor Presidente: è mai immaginabile che un contingentamento dei tempi per la discussione sulle linee generali, previsto per un ambito importante, ma limitato, rimanga tale e quale oggi, in riferimento al totale cambiamento del sistema elettorale del nostro paese, per la Camera e per il Senato? Ad esempio, sono iscritto a parlare nella discussione sulle linee generali, e avrò a disposizione sette minuti - sottolineo, sette minuti! - per intervenire sul tema del totale cambiamento del sistema elettorale della Camera e del Senato. I colleghi dei Popolari-UDEUR avranno dieci minuti, lo SDI-Unità socialista otto minuti, i Comunisti italiani otto minuti, i Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI cinque minuti, le Minoranze linguistiche, che vengono cancellate dalla riforma in esame, quattro minuti, gli Ecologisti democratici tre minuti.

Mi rivolgo a lei, non al Presidente Casini, ma al Presidente Biondi, che in questo momento presiede la seduta e ha tutta l'autorevolezza per decidere al riguardo: è mai immaginabile che si applichi meccanicamente un contingentamento previsto in relazione al «testo Bruno» e alle proposte di legge abbinate, che riguardavano lo scorporo, di coalizione o meno, i simboli e la raccolta delle firme, alla discussione sulle linee generali su un testo che comporta il totale stravolgimento del sistema elettorale di Camera e Senato, per cui avrò a disposizione sette minuti per intervenire?

Trovo indecente che ciò accada, ed è il segno di cosa è avvenuto in queste ore, con un «gioco delle tre carte»: avevamo la «carta» del presidente Bruno, che aveva predisposto un testo base, che adesso si è dimenticato; dall'altra parte, sono stati presentati due emendamenti della maggioranza, che hanno stravolto e cancellato il «testo Bruno», e successivamente subemendamenti della maggioranza che hanno cambiato gli emendamenti che avevano cambiato il testo base! Siamo così a discutere, in poche ore, del cambiamento totale del sistema elettorale del nostro paese, e la mia componente ha sette minuti per intervenire! Ho citato soltanto il gruppo Misto, perché, quale presidente, ho titolo per parlarne, ma ritengo che la situazione riguardi anche altri gruppi, che pure dispongono di tempi più consistenti.

Ciò è inaccettabile, signor Presidente: è un «gioco delle tre carte», di quelli che fanno nelle stazioni delle metropolitane! Lasciamo stare il merito, di cui discuteremo tra poco. Non è possibile che si utilizzi lo stesso contingentamento dei tempi che era previsto per le proposte di legge che ho citato, a fronte del totale cambiamento dell'ambito della discussione.

Mi rivolgo non al Presidente Casini, ma al Presidente Biondi, che presiede, autorevolmente come sempre, la seduta, in quanto ritengo questa situazione inaccettabile e indecente.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 2620 ed abbinate)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
Ricordo all'onorevole Boato che ha sette minuti di tempo a disposizione.

MARCO BOATO. Signor Presidente è uno scandalo, dovuto non a lei, bensì a questo pazzesco contingentamento dei tempi riferito a provvedimenti discussi in Commissione e riguardanti alcune limitate correzioni del sistema elettorale. Vi è un contingentamento dei tempi scandaloso per quanto riguarda lo stravolgimento dell'intero sistema elettorale, che in questo momento è stato imposto dalla maggioranza con un colpo di mano al Parlamento.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo di fronte ad un vero e proprio colpo di mano istituzionale da parte della maggioranza e del Governo di gravità inaudita. La maggioranza, che è interiormente minata da una metastasi (per utilizzare un'infelice espressione del Presidente Berlusconi, che non avrei mai usato, se non altro per rispetto agli affetti da questa malattia), ha tentato e sta tentando di ricompattarsi al proprio interno, in sede extraparlamentare, imponendo manu militari lo stravolgimento totale del sistema elettorale.

Il relatore Bruno - qui presente - dopo mesi di discussione, a partire dal 3 marzo 2005, in ordine a limitate correzioni al vigente sistema elettorale, aveva presentato, nel giugno scorso, una proposta di testo base adottata dalla Commissione, riguardante proprio alcune limitate correzioni al sistema elettorale. Su quel terreno, l'opposizione aveva dichiarato la disponibilità a confrontarsi ed aveva presentato una quindicina di emendamenti. Emendamenti molto più numerosi al «testo Bruno» erano stati presentati da deputati della maggioranza.

L'8 settembre, dopo che il termine per la presentazione degli emendamenti era stato chiuso il 22 giugno e dopo che gli emendamenti erano stati stampati il 23 giugno, con una decisione unilaterale del presidente della Commissione, contestata da tutta l'opposizione, sono stati riaperti i termini per la presentazione degli emendamenti, per consentire il vero e proprio colpo di mano istituzionale messo in atto dalla maggioranza. Così, il 13 settembre, con due emendamenti della maggioranza, si è deciso di stravolgere totalmente il sistema elettorale attualmente in vigore.

Non basta: alle 21 della sera di martedì 27 settembre, con un altro colpo di mano, sono stati presentati una serie di subemendamenti firmati dal relatore che hanno nuovamente cambiato il sistema elettorale ad libitum della maggioranza, delle sue riunioni, delle sue trattative, dei suoi contrasti dei suoi ricatti interni. Tutta l'opposizione ha denunciato la gravità inaudita di questo duplice colpo di mano istituzionale: il secondo ancora più grave del primo, perché ovviamente i subemendamenti impediscono qualunque possibilità di modifica. E la nostra richiesta di tramutarli quantomeno in emendamenti è stata rifiutata.

In Commissione, tra l'altro - non involontariamente, relatore Bruno, e ne fanno fede gli atti parlamentari - solo i deputati dell'opposizione sono sistematicamente intervenuti nel merito di questo dibattito, di fronte al silenzio assoluto - mi rivolgo a Nitto Palma, a Benedetti Valentini - dei deputati della maggioranza, che non hanno aperto bocca per tutto l'esame del testo da parte della Commissione, salvo due interlocuzioni incidentali di un collega di Alleanza nazionale.

Nei mesi a cavallo tra il 2000 e il 2001 - lo ha ricordato benissimo questa mattina il collega Bressa - l'opposizione di centrodestra di allora, di fronte ad un'ipotesi di riforma elettorale da parte di gruppi del centrosinistra, si oppose totalmente. L'attuale ministro dell'interno minacciò le barricate; il Presidente Berlusconi disse: «Non vi permetteremo mai di cambiare la legge elettorale a colpi di maggioranza! Ci rivolgeremo a Ciampi, al Presidente della Repubblica! Fermatevi! Non accettiamo che questo avvenga!».

Noi ci fermammo. E voi state facendo esattamente ciò che avevate denunciato nel 2000-2001, allora trovando ascolto dalla maggioranza di centrosinistra.

Oggi voi siete totalmente sordi e ciechi rispetto a qualunque ragione di confronto politico e di inaccettabilità di un dibattito parlamentare che è stato imposto in modo totalmente unilaterale. Ciò è avvenuto, non a caso, dopo i mesi estivi di accuse e di contrasti, di ricatti e di minacce fra l'uno e l'altro gruppo della maggioranza, per ragioni totalmente e solamente di contrasto interno alla stessa maggioranza, che è minata dalla metastasi evocata infelicemente dal Presidente Berlusconi.

Per timore di perdere le elezioni e di perdere clamorosamente, eventualmente - ciò lo decideranno gli elettori -, oppure per cercare di diminuire l'impatto della possibile e probabile, non certa, sconfitta elettorale, si cancella con un colpo di mano istituzionale il referendum popolare del 18 aprile 1993, cui partecipò il 77 per cento dei cittadini italiani. È la stessa percentuale riscontrata alle elezioni tedesche di due domeniche fa.

Votò «sì» a quel referendum l'82,7 per cento dei cittadini. Decine di milioni di italiani hanno partecipato al voto, milioni di italiani hanno discusso all'epoca di che cosa è un sistema elettorale, come cambiarlo e perché cambiarlo. Ciò fu deciso dalla sovranità popolare.

Voi fate strame di tutto questo! Non vi interessa nulla! Cancellate la sovranità popolare e manipolate le leggi elettorali in previsione della vostra possibile ed eventuale, ma probabile, sconfitta!

Nel 1999 - collega Benedetti Valentini, abbiate il coraggio di ricordarlo! - il vostro leader, onorevole Fini, vi mandò addirittura sulle spiagge a raccogliere le firme per un referendum che mirava all'abolizione anche della residua quota proporzionale del 25 per cento. Adesso Alleanza nazionale, con un voltafaccia incredibile di centottanta gradi, si associa alla reintroduzione del sistema proporzionale, facendo strame di quel referendum che voi avete proposto, al quale partecipò quasi il 50 per cento dei cittadini, ma per poche migliaia il quorum non fu raggiunto.

La Lega fa parte di questo gioco, che fa strame delle istituzioni, e non ha neanche il coraggio di intervenire in aula. L'onorevole Luciano Dussin, iscritto a parlare prima di me, non si è neanche presentato. Non c'è alcun deputato della Lega in aula! La Lega fa parte di questo gioco, che fa strame delle istituzioni, perché sta ricattando la maggioranza e, in particolare, l'UDC per imporre il voto sulla riforma costituzionale.

L'UDC, da parte sua, sta ricattando la Lega per imporre lo stravolgimento del sistema elettorale, minacciando - sono dichiarazioni di queste ore! - di non votare la riforma costituzionale.

State barattando la riforma della Costituzione del nostro paese e lo stravolgimento del sistema elettorale per i contrasti interni, per la metastasi, per i ricatti e i condizionamenti presenti all'interno della vostra maggioranza!

Forza Italia vede il suo leader, che è anche il Presidente del Consiglio legittimamente in carica, apertamente contestato in diretta televisiva, di fronte a decine di milioni di italiani, nel corso della conferenza stampa di giovedì 22 settembre. Parla il Presidente del Consiglio e poi uno dei segretari dei gruppi della maggioranza gli dice: «Qualcuno crede che questo signore sia il miglior candidato per la Casa delle libertà - caro Nitto Palma - per le prossime elezioni politiche? Noi riteniamo che questo non sia vero».

Questo è lo scenario che state dando agli italiani in queste settimane, in questi giorni e in queste ore. State facendo strame della Costituzione, delle istituzioni e del sistema elettorale, e non perché ritenete che questo sia un sistema elettorale più giusto ed adeguato. In questo modo, onorevole Nitto Palma, delegittimate la maggioranza di cui fate ancora parte e il Presidente del Consiglio ancora in carica. Infatti, se si ritiene che il sistema vigente sia ingiusto, vuol dire che questo tipo di situazione è delegittimata, ma non lo è.

PRESIDENTE. Onorevole Boato...

MARCO BOATO. Ancora un minuto, signor Presidente.

Questo sta succedendo. Forza Italia ha incassato la vittoria legittima nelle elezioni politiche del 2001 e ora teme la sconfitta, che sarebbe altrettanto legittima, l'anno prossimo e, per questo motivo, insieme ai suoi colleghi, vuole stravolgere la legge elettorale, insieme - lo ripeto - ai suoi soci di maggioranza.

Questa metastasi della maggioranza si sta tramutando in una metastasi delle istituzioni. Noi non lo permetteremo! Attiviamo il freno di emergenza! Suoniamo l'allarme democratico!

Noi non stiamo agendo, noi stiamo reagendo. Noi non stiamo attaccando, onorevole Nitto Palma, ma ci stiamo difendendo o, meglio, stiamo difendendo le regole della democrazia e la stessa sovranità popolare!

È indecente, signor Presidente, che io non possa aggiungere nulla nel merito specifico e tecnico, perché ho 7 minuti - e sono finiti, lei me lo sta ricordando - per parlare del totale stravolgimento del sistema elettorale! Questo è assolutamente indecente e inaccettabile anche sul piano parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Verdi-l'Unione, dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo, di Rifondazione comunista e Misto-Comunisti italiani)!

 

  Marco Boato

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